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TRINCEE: RISVEGLIO DI PRIMAVERA

di Andrea Pennacchi
con Andrea Pennacchi
disegni dal vivo di Vittorio Bustaffa
allestimenti di Marco Gnaccolini e Alessandra Dolce
in collaborazione con Pantakin

Lo spettacolo Trincee: risveglio di primavera racconta le gesta di un soldato qualsiasi durante la Prima Guerra Mondiale, il suo arruolamento volontario, l’esperienza nel conflitto, la disillusione, il legame coi compagni, la fragilità della condizione umana. Il giovane soldato protagonista diventa una sorta di antieroe sovranazionale, che dà voce a tutti quelli che nelle trincee sperimentarono l’indicibile, ma anche lo slancio giovanile verso la lotta e la vita, “ridendo come degli ebeti”.

Lo storytelling di Pennacchi – accompagnato dai suoni di Giorgio Gobbo, (Piccola Bottega Baltazar) e dalle immagini create dal vivo da Vittorio Bustaffa, sapientemente esaltate dall’allestimento scenico dei Woodstock Teatro – è epico, spesso comico, a tratti commovente. Una voce e un corpo che senza trucchi di scena riescono con la forza delle parole e dell’immaginazione a dar vita a personaggi e vicende che sfilano come immagini vive nella mente di chi ascolta. Oltre alla recitazione corposa di Pennacchi, in scena è presente anche quella silente delle immagini di Vittorio Bustaffa, capaci di riflettere sulle azioni, sulle emozioni dei personaggi del racconto nel
tentativo di trasfigurarli in situazioni visive che solo il gesto pittorico può produrre.Nelle loro parole, nei suoni e nelle immagini il passato è un palcoscenico in cui mettere in scena ciò che è utile e necessario nel presente,

perché la memoria appartiene ai vivi, dice l’Ecclesiaste, e non ai morti.

È una prospettiva un po’ sbilenca, lontana dalla retorica della “grande guerra patriottica” (ma in qualche modo anche”diversamente”pacifista) e rispettosa delle centinaia di migliaia di caduti, della loro gioventù, dei loro sogni.

Lo spettacolo Trincee: risveglio di primavera racconta le gesta di un soldato qualsiasi durante la Prima Guerra Mondiale, il suo arruolamento volontario, l’esperienza nel conflitto, la disillusione, il legame coi compagni, la fragilità della condizione umana. Il giovane soldato protagonista diventa una sorta di antieroe sovranazionale, che dà voce a tutti quelli che nelle trincee sperimentarono l’indicibile, ma anche lo slancio giovanile verso la lotta e la vita, “ridendo come degli ebeti”.

Lo storytelling di Pennacchi – accompagnato dai suoni di Giorgio Gobbo, (Piccola Bottega Baltazar) e dalle immagini create dal vivo da Vittorio Bustaffa, sapientemente esaltate dall’allestimento scenico dei Woodstock Teatro – è epico, spesso comico, a tratti commovente. Una voce e un corpo che senza trucchi di scena riescono con la forza delle parole e dell’immaginazione a dar vita a personaggi e vicende che sfilano come immagini vive nella mente di chi ascolta. Oltre alla recitazione corposa di Pennacchi, in scena è presente anche quella silente delle immagini di Vittorio Bustaffa, capaci di riflettere sulle azioni, sulle emozioni dei personaggi del racconto nel
tentativo di trasfigurarli in situazioni visive che solo il gesto pittorico può produrre.Nelle loro parole, nei suoni e nelle immagini il passato è un palcoscenico in cui mettere in scena ciò che è utile e necessario nel presente,

perché la memoria appartiene ai vivi, dice l’Ecclesiaste, e non ai morti.

È una prospettiva un po’ sbilenca, lontana dalla retorica della “grande guerra patriottica” (ma in qualche modo anche”diversamente”pacifista) e rispettosa delle centinaia di migliaia di caduti, della loro gioventù, dei loro sogni.

di Andrea Pennacchi
con Andrea Pennacchi
disegni dal vivo di Vittorio Bustaffa
allestimenti di Marco Gnaccolini e Alessandra Dolce
in collaborazione con Pantakin
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